Lo stemma della nazionale parla in Sardo. A partire dal nome della Terra che questa selezione rappresenta, la protagonista è la Lingua materna di generazioni e generazioni di sardi a prescindere dal regno o dallo Stato che li ha amministrati. Oggi il Sardo è una Lingua in pericolo. Anche per questo è promossa come Lingua co-ufficiale della Nazionale.
Nello stemma sono presenti i Quattro Mori, attuale simbolo univoco dei sardi, universalmente riconosciuto sia in Sardegna sia nel mondo a prescindere da qualsiasi convinzione culturale o politica.
Al centro dello stemma troviamo un altro simbolo della nazione sarda, quello che meglio di ogni altro è in grado di rappresentare la nostra terra: un simbolo dal quale una nazionale di calcio, che deve interpretare e rappresentare una storia, un popolo e una Lingua, non può prescindere. Un simbolo di libertà, di civiltà giuridica, di rispetto per i diritti delle donne e dei bambini, un simbolo di impegno e di sacrificio per la costruzione e la difesa di una Sardegna soggetto internazionalmente riconosciuto. Un simbolo che tuttora caratterizza nelle più diverse varianti gli stemmi di più di 80 Comuni dell’Isola.
Un simbolo presente nelle chiese giudicali come San Serafino di Ghilarza, nello stemma istituzionale della Provincia di Oristano, negli stemmi araldici medievali che lo vedevano rapportarsi pari-grado con quelli forse più famosi come quello catalano-aragonese, un simbolo che rappresenta l’Arcidiocesi di Oristano e che sventola a s’Occidroxu in occasione di ogni rievocazione de Sa Batalla, quando nel 1409 i sardi morirono in 20mila per difendere la libertà contro gli invasori catalano-aragonesi.
Stiamo chiaramente parlando dell’Albero deradicato giudicale, qui rappresentato in una delle fogge araldiche più diffuse. La presenza di questo simbolo nella comunicazione sportiva della nazionale di calcio sarda è un chiaro messaggio, pregno di quella coscienza nazionale che grazie all’àmbito calcistico riuscirà sicuramente a pervadere larghe fasce del popolo sardo altrimenti difficilmente raggiungibili.
Se i mori restano ben riconoscibili nella loro classica posizione nella croce di San Giorgio è proprio l’Albero deradicato a connotare lo stemma con il suo colore, il verde: un richiamo storico e un auspicio affinché la Sardegna possa tornare, anche in campo calcistico, ad un periodo di floridità, giocando e aprendosi in prima persona al mondo.
Franciscu Pala