FINS – Federatzione Isport Natzionale Sardu è lieta di svelare il logo che rappresenterà la Natzionale di Basket.
Creato dal grafico Frantziscu Pala, lo stemma si uniforma in buona parte a quello della Natzionale di calcio nata nel 2018. Il grande protagonista è ovviamente il sardo, Lingua materna di generazioni e generazioni di isolani a prescindere dal regno o dallo Stato che li ha amministrati. Oggi Lingua in pericolo, anche per questo promossa come Lingua co-ufficiale della Natzionale.
La dicitura “natzionale de basket”, rende lo stemma chiaro e riconoscibile in ogni contesto. Per definire la disciplina sportiva, si è inoltre deciso di adottare il prestito linguistico inglese: un termine universale che pone l’accento sulla volontà di approfondire e ampliare le relazioni internazionali.
Il caratteristico pentagono della Natzionale di calcio è stato sostituito in questo caso da uno scudo araldico.
Irrinunciabile, a tutt’oggi, la presenza dei Quattro Mori quali attuale simbolo univoco dei sardi, universalmente riconosciuto sia in Sardegna che nel mondo a prescindere da qualsiasi convinzione culturale o politica. A fare da sfondo alle teste more sono le linee caratteristiche del pallone da basket, che attribuiscono ulteriore riconoscibilità allo stemma.
Non poteva inoltre mancare il simbolo sardo che meglio di ogni altro è in grado di rappresentare la Sardegna. Un simbolo dal quale una Natzionale di basket che deve interpretare e rappresentare una storia, un popolo e una Lingua non può prescindere.
Un simbolo di libertà, di civiltà giuridica, di rispetto per i diritti delle donne e dei bambini, un simbolo di impegno e di sacrificio per la costruzione e la difesa di una Sardegna soggetto internazionalmente riconosciuto. Un simbolo che tuttora caratterizza nelle più diverse varianti gli stemmi di più di 80 Comuni dell’Isola.
Un simbolo presente nelle chiese giudicali come San Serafino di Ghilarza, nello stemma istituzionale della Provincia di Oristano, negli stemmi araldici medievali che lo vedevano rapportarsi pari-grado con quelli forse più famosi come quello catalano-aragonese, un simbolo che rappresenta l’Arcidiocesi di Oristano e che sventola a s’Occidroxu in occasione di ogni rievocazione de Sa Batalla, quando nel 1409 i sardi morirono in 20mila per difendere la libertà contro gli invasori catalano-aragonesi.
Il riferimento è all’Albero deradicato giudicale, qui, visto il contesto, volutamente stilizzato in modo attuale al fine di risultare armonico e – perché no – ‘sym.pathico’, rispetto ad una comunicazione sportiva leggera e moderna e dalla foggia originale al fine di evitare qualsiasi polemica o riferimento a forme e simboli già utilizzati in àmbito politico.
Al di là delle forme e delle stilizzazioni la presenza dell’elemento arboreo nella comunicazione sportiva della nazionale di calcio sarda è un chiaro messaggio pregno di coscienza nazionale che grazie all’àmbito calcistico riuscirà sicuramente a pervadere larghe fasce del popolo sardo altrimenti difficilmente raggiungibili.
Se i Mori restano ben riconoscibili nella loro classica posizione nella croce di San Giorgio è proprio l’Albero deradicato a donare allo stemma il suo colore dominante, il verde: un richiamo storico e un auspicio affinché la Sardegna torni, anche in campo cestistico, ad un periodo di floridezza culturale ed economica, giocando e aprendosi in prima persona al mondo.